Cito riportando da stampacadabra @ http://www.stampacadabra.it/2010/11/29/caso-wikileaks-perch-i-quotidiani-italiani-sono-stati-snobbati-nella-diffusione-dei-dossier/
per esempio:
Si esprime anche il direttore del Tg1 Augusto Minzolini:
“In parte è vero che nella stampa italiana c’è minore attenzione per le questioni internazionali e questo determina se non un minore prestigio, una minore attenzione degli altri verso i nostri giornali. Lo dimostra anche la gestione di queste indiscrezioni. Se nel mondo infatti si parla della crisi della diplomazia americana o di un problema internazionale, da noi il caso si tramuta in un gossip su Berlusconi. In un modo o nell’altro i nostri media (e anche una parte del mondo politico) sono abituati a trasformare qualunque vicenda internazionale in un argomento su cui polemizzare nel cortile di casa nostra”.Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro sposa la tesi di Umberto La Rocca:
“Non monterei un caso sulle mancate anticipazione ai media italiani delle informazioni rivelate da Wikileaks. E’ molto probabile che Wikileaks avesse rapporti diretti soltanto con alcuni media, in particolare con gli organi di stampa più conosciuti, giornali americani e in genere anglosassoni. Sostenere che siamo di fronte ad un nuovo ‘smacco’ fatto alla stampa italiana corrisponde alla solita abitudine degli italiani di parlare sempre male del proprio Paese".Chiude la girandola delle opinioni Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale, che non manca di ironia:
”Non so perché ai giornali italiani non sia arrivata alcuna anticipazione, ma francamente i contenuti di questi file mi sembrano poca cosa rispetto alle nostre intercettazioni che ci hanno vaccinati a ben altro” Insomma, le rivelazioni di Wikileaks per il pubblico italiano sono state un brodino: quando gli americani ci dicono che a Berlusconi piace la gnocca, ci fanno ridere. In una cosa noi italiani siamo certamente più bravi: nel gossip. Consiglierei a questi che mettono in giro questi file di fare un corso qui a La Repubblica per capire come si fa il vero gossip”.
E vabè, si sa, questi sono i tirapiedi di Mr. B., non saranno certo novità, si prosegue
Il parere di Enrico Mentana, al timone del TGLa7, corrobora il pensiero di Polito, nonostante l’eccezione colta nel caso The Guardian:
“La stampa italiana è stata esclusa dalle anticipazioni per scelte arbitrarie di cui andrebbe chiesto conto a chi gestisce Wikileaks. Sicuramente i nostri giornali non hanno lo stesso spazio per le notizie di esteri che invece hanno i giornali degli altri Paesi. Ma non credo sia questo il problema. C’è anche il fatto che l’Italia non ha un quotidiano di riferimento forte come lo hanno la Francia, la Germania o la Gran Bretagna. Ma anche volendo considerare questo come il motivo per il quale ci hanno esclusi, è pur vero che tra i giornali britannici le anticipazioni sono state mandate al Guardian, che non è né il più autorevole né il più popolare”.Umberto La Rocca, direttore de Il Secolo XIX, avanza invece l’ipotesi che le testate che hanno goduto delle indiscrezioni abbiano in realtà un rapporto diretto con le fonti:
“L’esclusione dei giornali italiani non nasce da una questione di autorevolezza dei Paesi o delle testate, ma probabilmente dai rapporti fra i quotidiani che hanno avuto le anticipazioni e il sito Wikileaks. Le anticipazioni sono arrivate al quotidiano spagnolo El Pais e non mi pare che la Spagna in questo momento sia in condizioni migliori dell’Italia. Quanto al prestigio della stampa italiana, ci sono almeno due nostri quotidiani, Il Corriere della Sera e La Repubblica, che possono essere considerati all’altezza dei giornali che hanno ricevuto le anticipazioni. Credo quindi che la scelta sia stata fatta in base ai rapporti che questi giornali hanno con Wikileaks”.Il direttore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, addirittura avanza l’ombra di un oscuro favoritismo:
“Questa è una storia ancora molto misteriosa di cui non conosciamo tutto, perciò è difficile esprimere un giudizio sulle mancate anticipazioni ai giornali italiani delle informazioni contenute nei file di Wikileaks, anche perché queste informazioni potrebbero essere state anche vendute. Nessuno può esprimersi in modo chiaro anche sulla diffusione tramite la stampa”.Virman Cusenza, direttore del quotidiano napoletano Il Mattino, è onesto quando, guardando ai giornali di casa nostra, non può evitare di notare la grande attenzione posta ai temi interni:
“I nostri giornali sono tradizionalmente più attenti alle faccende di casa nostra che non alle relazioni internazionali: non ne farei una ragione di maggiore o minore importanza della nostra stampa, è solo una questione di tradizione giornalistica. Negli altri Paesi c’è un’attenzione alle questioni internazionali legata sia agli interessi che quei Paesi hanno in certe aree del mondo, che possono essere o di natura economica o sulla sicurezza, sia alla ‘cultura’ giornalistica. Anche l’Italia ha molti interessi economici in varie parti del mondo. Ma la nostra stampa, che oggi è certamente più attenta di ieri agli esteri, ha sempre al centro della propria attenzione la politica e le questioni italiane”.
Riassumiamo, se ne sentono un po' di tutti i colori, dall'incapacità del gestore del sito, si passa a una macchinazione contro l'Italia, a un "oscuro mistero", a un esclusione avvenuta per questioni economiche, poi per fortuna qualcuno prova a sollevare l'ipotesi "l'incompetenza è solo colpa nostra".
Tutto sta nascendo perchè sembra che wikileaks non abbia passato sottobanco le indiscrezioni scottanti e brucianti (che attualmente sono solo una manica di fatti inutili) alle principali testate italiane quali La Repubblica & Il Corriere Della Sera, e poi, come logica conseguenza, si associano alla lamentela quei cosi che si fanno chiamare direttori di abomini quali Il Giornale, Libero, Tg1.
E' ovvio che un po' di giudizio e auto-esame ai nostri manca, forse anche un po' più di un semplice "po'", la stampa
Valli a capire quei mattacchioni di wikileaks...