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mercoledì 1 dicembre 2010

Questa riforma non s'ha da fare

O se vogliamo dirla diversamente, s'ha da fare una riforma del sistema Universitario Italiano, ma non da una Gelmini, non da persone a cui non importa di chi, in quelle università, ci studia, non da coloro che rifiutano persino un confronto con chi, nel mondo dell'Università, ci vive quotidianamente. Stupisce che la situazione sia sotto gli occhi di tutti tranne che quelli della sig.ra Gelmini, del Tg1 o dell'attuale esecutivo, nonostante le continue polemiche e la massiva mobilitazione che sta accompagnando queste giornate. Da informare per resistere, di Roberto Orsatti "La riforma Gelmini è un fallimento, la riforma Gelmini non è una riforma, la riforma Gelmini non la vuole nessuno (tranne i 400 professori che hanno firmato un appello a favore) una imbarazzante minoranza che è giusto si esprima ma che obiettivamente è anacronistica rispetto alle migliaia di insegnanti e ricercatori in agitazione, alla marea di studenti che stanno occupando tutte le università italiane, compresa la Normale di Pisa, tutte le scuole superiori, tutti i monumenti simbolo della cultura italiana"
Già, quel fiume di studenti che si è riversato con tutta la sua potenza, straripando in tutta Italia, ma che a quanto pare, a detta del nostro presidente del consiglio, deve tornare a studiare invece di manifestare il mancontento scatenato dalla solita, inutile, non ragionata, presuntuosa manovra di governo.
Si vuole ridurre l'università a un'azienda, con un CdA in grando di prendere qualunque decisione (anche al di fuori delle proprie competenze e conoscemze),, si vogliono tagliare ulteriori fondi ai già pochi messi a disposizione da un governo che pensa che "la cultura non da' da mangiare" e ancora "perché dovremmo pagare gli scienziati, se facciamo le più belle scarpe del mondo?", si vuole dare la coltellata finale a un ente che affronta oggi non pochi problemi.
Per carità, qualche buon proposito questo abominio di decreto ce l'ha (per ulteriori info riguardo questi punti consultare http://informarexresistere.fr/una-riforma-da-riformare), ma pure le poche briciole semi-buone della riforma hanno bisogno di essere riformate.
Nella lista delle migliori università del mondo, il primo ateneo Italiano figura in posizone 176, questo qualcosa vorrà pur dire, segno evidente che qualcosa che non va, nel sistema, c'è sicuramente e quindi qualcosa si può e si DEVE cambiare, ma non in questa maniera e a queste condizioni, studenti e docenti non ci stanno, noi come popolo non ci stiamo.
La quantità di fondi che attualmente il governo mette a disposizione dell'universita' è pari allo 0.8% del PIL (media europea 1.3%), e li voglino tagliare di un ulteriore miliardo di euro, insomma, mi pare chiaro e ovvio; questo paese, nell'istruzione dei suoi figli e quindi del futuro stesso del paese, non vuole investire, non ci crede.
Alla classe dirigente non viene in mente invece, che c'è ancora qualcuno che in queste cose ci crede, ci crede profondamente, ci investe tempo, risorse e denaro, che lo fa senza adeguati mezzi a disposizione, lo fa nel silenzio, vedendo poi affibbiare i meriti di qualcosa di buono che si è riuscito a fare a fantomatici individui politici, i quali di istruzione, quella vera, forse non ne sanno molto.
No cari deputati, le mani sull'università non riuscirete a metterle.
Il profumo che c'è nell'aria questi giorni è un buon profumo, di rivoluzione, di cambiamento, che non potrà essere non notato, non si potrà chiudere gli occhi su un movimento così imponente. Nel frattempo però, il ddl ha gia' superato la votazione alla camera con 307 voti favorevoli e 252 contrari (7 astenuti). Ora si attende risposta al senato, coloro che dovrebbero essere i saggiatti  a vegliare sulle baggianate dei giovanotti seduti alla camera dei deputati. Tanti vorrebbero avere un confronto con i diretti interessati dall'abominio Gelmini prima che il decreto venga discusso in quella sede, così da avere un punto di contatto tra idee del popolo e idee dello stato. Spero che avvenga, ho ancora un briciolo di fiducia nelle istituzioni, non spazzatela via definitivamente.
Intanto, oltre agli insulti arrivati dal premier, cominciano a arrivare anche le manganellate, che ricevono persino parole di apprezzamento da mr. Gianfranco Fini ma non sembrano intimorire i manifestanti; qualcosa in tutto questo non torna, qualcosa in tutto questo proprio non va. E' così difficile capire cosa? Mi rivoglo a voi signori che dovreste rappresentare noi, il popolo. Posso darvi una mano a capire se volete.... questa riforma non s'ha da fare

Io sto con gli studenti




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