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giovedì 9 dicembre 2010

WikiLOCKS, attentato alla democrazia



Potevo non spendere due parole sul caso più tormentato degli ultimi giorni? No, non potevo decisamente, perché il caso Wikileaks merita tutta l'attenzione necessaria. Partiamo dagli albori, Wikileaks è una compagnia che declassifica file coperti da segreto e li pubblica sulla rete web, la figura di maggiore rilievo della compagnia è un tale Jule Assange, che qualcuno definisce un hacker, qualcuno un matto, qualcuno non lo definisce, per qualcun'altro ancora nemmeno esiste. In ogni caso, questo simpaticone Australiano qualche settimana fa decide di dare un annuncio sconvolgente al mondo intero; Wikileaks sta per rilasciare la bellezza di 251.287 file riguardanti rapporti diplomatici tra ambasciata USA e 274 ambasciate di altrettanti paesi. Il trambusto che ne viene fuori a livello internazionale è senza precedenti, i leader di mezzo mondo si cominciano a mostrare dapprima restii a credere alle parole di Assange, poi decidono di passare allo stato “indignati” (dopo le prime pubblicazioni) per finire col chiedere la testa del fondatore di Wikileaks su un vassoio d'argento. In contemporanea, dopo che i primi file cominciano a diffondersi sul web, i server di Wikileaks cominciano a essere presi d'assalto da pirati informatici di mezzo mondo,vengono sovraccaricati, per evitare la diffusione dei manoscritti segreti. La diffusione è lenta (a oggi solo 1200 documenti sono stati resi noti), ma Wikileaks non demorde, continua; dopo 2 giorni dalla prima pubblicazione vengono tagliati i fondi a Wikileaks, il mezzo con cui poter donare denaro alla fondazione tramite il classico pulsante donate, sotto pressanti e incessanti richieste, decide di non permettere più invio di denaro alla fondazione. Può bastare? Non ancora. Il dominio di Wikileaks viene anche oscurato http://wikileaks.org e non è più raggiungibile, ma quelli di Wikileaks non sono sprovveduti, non riescono a fermarli, ed eccoli subito di nuovo in corsa all'indirizzo http://46.59.1.2 Non vi basta ancora? E va bene allora se proprio devo continuo... Viene emanato (udite udite) nientepopòdimenoche un mandato di cattura INTERNAZIONALE per Jule Assange, roba che persino Arsenio Lupin ne sarebbe stupito. Stanco dal risalto che il mondo intero gli sta dando, il nostro amico Australiano, in data 7-12-2010 si consegna di sua spontanea volontà alle autorità di Scotland Yard, il giudice nega subito il rilascio sotto cauzione, il creatore della fine del mondo è a oggi in carcere, in attesa di processo (ah dimenticavo, i capi di accusa non hanno nulla a che fare con il rilascio di documenti segreti, il capo di accusa è stupro, in quanto nell'estate 2010 Assange fu denunciato da 2 donne con l'accusa di averle violentate, dopo un incontro post-conferenza tenutasi in Svezia). Quelle che si fanno chiamare “democrazie occidentali” continuano a chiedere che il Wikiman venga processato per ciò che ha combinato, ecco, vorrei soffermarmi su questo punto. Vorrei che uno a uno, i signori che lanciano sassate e inneggiano al processo (+ pena ovviamente) mi dicessero seriamente per quali ragioni pensano che quell'uomo debba essere incriminato, possibilmente seguite da motivazioni se ne sono in grado, perché io, personalmente, non ne vedo.
Tremano le gambe alle democrazie di nuovo e vecchio continente, tremano perché sanno che potrebbe essere svelato qualche particolare piuttosto imbarazzante su qualche modo di agire non proprio pulito di una certa nazione, tremano perché per molti potrebbe significare perdere la propria faccia, per molti altri sarebbe come ammettere che la merda che sta dietro alle facciate dei governanti è tutta vera e non immaginazione popolare. Possibile che un branco di omuncoli abbiano così tanta paura di qualche bit di informazione? Sì, decisamente sì, ci si trova davanti a un bivio paradossale, in cui paesi che si auto-proclamano “portatori di pace e democrazia” vogliono tappare in maniera netta la bocca e le ali di chi vuole mostrare veramente come funziona la fottuta, sporca e incivile macchina governativa, noleggiando hackers, chiudendo conti correnti e oscurando siti; quegli stessi paesi che si meravigliano e attaccano la politica cinese in materia di democrazia, o che ritengono che nei paesi arabi regni la barbaria, che hanno promosso l'embargo verso Cuba, che si sdegnano quando l'esercito russo massacra i ceceni sulla loro terra. Chi apre bocca in queste occasioni e si fa portavoce di un intero popolo, ha pensato minimamente che tra gli esempi citati e la attuale campagna anti wikileaks non passa nemmeno un filo d'erba di differenze? Come al solito l'unico intento di queste azioni è la censura, censura a tutto campo atta a coprire personaggi importanti che hanno il potere di fare il cazzo che gli pare e allo stesso tempo insabbiare tutto. Tutto questo, alle porte del 2011, dovrebbe essere solamente un ricordo lontano di cui trattare nei libri di storia.
Mi fa piacere leggere alcune dichiarazioni di papàleaks, nelle quali dice che la sua morte sarebbe vana poiché prima di iniziare la divulgazione dei documenti, prevedendo una simile ritorsione, consegnò in maniera criptata l'intero archivio a 100.000 persone sparse per il mondo; non so fino a che punto siano vere queste dichiarazioni, anche se me lo auguro, fatto sta che anche nel mio piccolo (e come invito a fare) ogni giorno mi collego al sito e faccio backup dei documenti fino a quel momento rilasciati, così da poter essere un futuro potenziale nodo di divulgazione dell'intera documentazione in caso qualcuno riuscisse a fermarla.
Stampa e divulgazione non servono ai governanti, ma ai governati, per poter farsi un'idea di quello che succede davanti ai loro occhi, per questo la mia idea di democrazia piange, quando si arriva a parlare dell'argomento e tocca sentire frasi come “quello l'ha fatta grossa e deve pagare, ci sono certe cose che alle persone come noi non è dato sapere, così funzionano le cose sin dai tempi che furono e così continueranno a andare”. Io a questo non ci sto e non ci voglio stare, mi dispiace, mi fa pena vedere gente convinta che basti stringere il pugno di ferro verso qualcosa per incutere timore nella gente comune, mi fa pena pensare che ci sia qualcuno convinto di poter fermare quello che si è messo in moto, mi fa pena vedere certi personaggi (vedi Frattini) sparare sentenze senza rendersi conto delle stronzate colossali che stanno dicendo; mi fa ridere invece, quanto ci ritengano stupidi e senza cervello, mi fa ridere quanto ancora una volta, i potenti, non riescano a inquadrare la situazione, non si può fermare qualcosa semplicemente vietandola o tentando in ogni modo di ostruirla; continuo a ridermela, leggendo di quello che il cosiddetto gruppo di fedeli wikileaksiani stanno combinando in giro per il mondo.

Sì, per me Assange è una specie di eroe nazionale per quello che ha fatto e sono decisamente a suo favore, fermo restando che, per quanto riguarda il suo unico capo d'accusa, ovvero violenza sessuale, nell'eventualità in cui dovesse risultare colpevole, dovrà scontare la sua pena per gli errori commessi. Quello sì (in caso di conferma), era realmente qualcosa da non fare.
Volevate il WikiLOCKS, ora vi ritrovate con più merda di prima da affrontare.

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